Nisida

Istituto Penale per i Minorenni di Nisida

Via Nisida, 59 – 80124 Napoli (NA)
Tel: 08-16192111
Fax: 081-7620135
Email: ipm.nisida.dgm@giustizia.it
Posta certificata: ipm.nisida.dgm@giustizia.it
Tipologia: Istituto maschile e femminile
Dislocazione: zona extraurbana
Centro per la Giustizia Minorile (CGM) di riferimento: Napoli
Tribunale per Minorenni e Ufficio di Sorveglianza di riferimento: Napoli
Ufficio Servizi Sociali Minorenni (USSM) di riferimento: Napoli

 

 

Nodi identificativi e problematici

L’istituto di Nisida, dove si trovano ristretti sia ragazze che ragazzi, è collocato in cima a un isolotto e pertanto è isolato dal contesto urbano. Nella sezione femminile è presente anche il Cpa. (centro di prima accoglienza, il luogo dove vengono portati i minori arrestati) e in una posizione leggermente defilata rispetto agli altri stabili si trova un edificio che ospita il Centro studi sulla devianza minorile.
L’istituto dal 2020 continua ad avvalersi dell’utilizzo di videochiamate sostitutive dei colloqui regolari che si effettuano due giorni alla settimana. L’introduzione delle videochiamate ha consentito ai ragazzi di mantenere rapporti con un maggior numero di persone, potendo scegliere di fare i colloqui con alcuni e le videochiamate con altri. L’istituto ha a tal fine attrezzato una stanza con dei computer, utilizzata anche all’occorrenza per celebrare processi a distanza.

Struttura

L’istituto penale di Nisida è isolato dal contesto urbano. Lo è al di là del senso figurato del termine: si trova in cima a un isolotto. E’ difficilmente raggiungibile con i mezzi pubblici. In macchina, dalla stazione di Napoli, ci si arriva in circa 40 minuti. L’isola e l’area che la attornia sono di rara bellezza, tanto che da anni si pianifica un trasferimento dell’istituto per far posto a strutture turistiche. L’ultimo piano in ordine di tempo prevede il suo trasferimento a Bagnoli, quartiere della periferia occidentale di Napoli.

L’isola di Nisida fu un tempo proprietà del duca di Amalfi. Nel corso degli anni ha conosciuto varie trasformazioni: da lazzaretto è diventata casa di rieducazione, negli anni Trenta, poi istituto di pena per minorenni. La struttura è composta da vari fabbricati, dislocati in una zona verde e a picco sul mare. Uno di questi ospita gli uffici della direzione e del personale amministrativo. In altri si trovano i reparti detentivi per ragazzi e ragazze. Nella sezione femminile è presente anche il C.P.A. (centro di prima accoglienza, il luogo dove vengono portati i minori arrestati). In ultimo, in una posizione leggermente defilata rispetto agli edifici appena descritti, si trova un edificio ulteriore, che ospita il Centro studi sulla devianza minorile, in origine animato da alcuni esperti in materia che svolgevano attività di ricerca e di analisi. Oggi, per mancanza di fondi, il centro ospita solo due studiosi, che si occupano prevalentemente della raccolta di dati statistici.

La palazzina che ospita le ragazze detenute ha al piano terra gli ambienti comuni, tra i quali una sala polivalente attualmente usata come laboratorio di sartoria. Vi è poi una piccola mensa dove le ragazze consumano i pasti. Al primo piano, l’area detentiva è composta da cinque stanze di cui tre attualmente in fase di ristrutturazione.
Gli spazi in cui vivono i ragazzi vengono differenziati in base alla tappa del percorso trattamentale a cui sono giunti. Al piano terra, si trova il reparto per i nuovi giunti e per i cosiddetti “aggravamenti” ossia per i ragazzi che commettono infrazioni in comunità e vengono mandati in IPM per un periodo massimo di 30 giorni. Qui si fanno meno attività e si gode di meno autonomia. Poi progressivamente, e a seconda del comportamento, si passa al secondo reparto in cui viene effettuato un percorso trattamentale ordinario e che quindi ospita la maggior parte dei ragazzi (25 al momento della visita). Il terzo reparto prevede un percorso trattamentale ancora più avanzato con maggiori possibilità di socialità in cui vengono ristretti ragazzi che sono in procinto di essere autorizzati a lavorare all’esterno ex art. 21 (8 al momento della visita). All’interno di questo reparto ad esempio è possibile uscire dalle celle anche dopo le 19.30, quando tutte le attività del giorno e la cena sono finite, per andare in altre celle o nella stanza per la socialità, dotata di biliardino e tavolo da ping pong. In un altro edificio, si trovano l’infermeria e due stanze di isolamento per il covid nonché due stanze per l’isolamento disciplinare.

Al di fuori delle mura di cinta vi è poi la palazzina per i ragazzi in articolo 21, coloro che lavorano all’esterno e che si gestiscono in maniera più autonoma. Questa sezione può ospitare non più di sei ragazzi essendo composta da due camere grandi da tre posti ognuna. Oltre alle camere di pernottamento la sezione è composta da spazi per le lavorazioni e laboratori artigianali.

Quanto agli spazi di vita, le celle sono ampie e luminose. I bagni sono in buone condizioni, ristrutturati di recente e acqua calda e riscaldamento sono sempre disponibili. Nelle stanze ci sono una televisione, degli armadi e dei comodini. Le celle sono dotate anche dello spioncino che permette agli agenti di controllare quello che avviene nelle celle e nei bagni.

In un’ulteriore palazzina si svolgono le attività didattiche. Al suo interno si trova la biblioteca dell’istituto. È presente un teatro, voluto a suo tempo da Eduardo De Filippo, che però è chiuso per inagibilità. Vari spazi sono dedicati a laboratori di formazione professionale (ceramica, arte presepiale, formazione edile, pasticceria).

Tra gli spazi comuni vi è un campo sportivo per la pallavolo e il basket. Vi è uno spazio colloqui all’aperto e una piccola yurta dedicata agli incontri tra padri e madri detenute e compagne o compagni in visita assieme ai figli. È uno spazio dedicato all’affettività e una sorta di palestra per la genitorialità, facente parte di un progetto ideato dall’associazione “Nati per leggere”, che utilizza la lettura come veicolo emotivo capace di coinvolgere genitori e figli. Capita che tra i ragazzi manchino abitudine e dimestichezza nel rapportarsi con i figli: a volte l’incapacità è conseguenza della lontananza dovuta alla detenzione, altre volte l’essere ristretti la accresce.

Detenuti

Al momento della visita risiedevano nell’IPM di Nisida 41 ragazzi detenuti, di cui 36 maschi e 5 femmine. Teoricamente con tutte le palazzine in uso la capienza regolamentare è di 70 posti, ma a detta della direzione quando le presenze si aggirano intorno alle 60 l’istituto inizia già ad andare in profonda sofferenza.

Per quanto riguarda la provenienza dei ragazzi, la maggior parte viene dal napoletano; gli stranieri tra i maschi sono sei, mentre tra le femmine sono tre, tutte di etnia rom. Per quanto riguarda invece l’età la fascia più rappresentata è quella tra i 17 e i 21 anni.

Più della metà dei ragazzi attualmente presenti nell’IPM di Nisida sono detenuti in esecuzione di una condanna definitiva. In media i periodi di detenzione vanno da uno a due anni.

I giovani adulti svolgono insieme ai minori le attività ma nelle camere detentive vengono suddivisi in gruppi omogenei per età. I ragazzi e le ragazze detenute a Nisida svolgono alcune attività in comune, come la scuola e qualche attività ricreativa.

Staff

L’IPM di Nisida non soffre di particolari carenze di personale. Alla direzione dell’istituto vi sono un direttore ed un vicedirettore. L’area educativa è composta da 7 funzionari giuridico pedagogici. Vi sono poi 92 agenti di polizia penitenziaria e 10 funzionari amministrativi. Il progetto di mediazione culturale è attualmente sospeso, ma l’istituto mantiene una collaborazione informale con l’associazione Dedalus di Napoli che in caso di necessità offre supporto ai ragazzi di origine straniera.

Emergenza Covid-19

Grazie a numerosi cicli di tamponi cui sono stati sottoposti periodicamente i ragazzi detenuti e tutti gli operatori, non si sono però mai registrate situazioni di particolare difficoltà nella gestione del virus. In collaborazione con l’Asl Napoli 1, è stato predisposto un intero reparto per ospitare eventuali malati Covid. Una sezione a ridosso dell’area sanitaria è stata invece destinata allo svolgimento dei periodi di isolamento precauzionale per i nuovi ingressi.

Ad agevolare la gestione dell’emergenza sanitaria ha contribuito sicuramente il ridotto numero di ragazzi detenuti nei mesi passati. Sin dall’inizio del lockdown della primavera 2020, l’istituto ha iniziato a registrare un grande calo delle presenze arrivando a ospitare nei mesi estivi circa 25 ragazzi, minimo storico degli ultimi anni.
L’istituto di Nisida, normalmente molto aperto alla città, nei mesi di chiusura ha sofferto particolarmente l’interruzione dei rapporti con il territorio. A causa dell’emergenza sanitaria sono stati sospesi progetti di lunga data come quelli con l’associazione Libera, con il Marano Ragazzi Spot Festival e percorsi di tirocinio universitari.
Per quanto riguarda le attività scolastiche, sin dalle prime settimane di lockdown del marzo 2020 l’istituto è riuscito a organizzare le lezioni in didattica a distanza. Con la stessa modalità sono stati effettuati anche gli esami di fine anno per il conseguimento della licenza di scuola media.
Il nuovo anno scolastico è poi cominciato regolarmente in presenza con i corsi di alfabetizzazione e di scuola media. Sono ripartiti anche i corsi professionalizzanti, sospesi per parecchi mesi a causa della pandemia. L’improvvisa interruzione a partire dal mese di marzo 2020 ha impedito ad alcuni ragazzi usciti nel frattempo dall’Ipm di portare a conclusione il percorso iniziato e di conseguire il relativo certificato.
Altre attività invece, come l’accademia della pizza e la rosticceria, non sono mai state sospese nonostante l’emergenza sanitaria. Durante i mesi che hanno visto corsi e attività ridotte, i ragazzi sono stati inoltre impiegati nella manutenzione e pulizia degli spazi interni all’istituto.

Giornata tipo

La giornata tipo nell’IPM di Nisida si articola come di seguito indicato.

7.30 sveglia
9.00 colazione
passeggio
attività scolastiche/formazione professionale
pranzo
attività scolastiche/formazione professionale
17.00 – 19.00 passeggio/attività sportiva
cena
rientro in camera

Sistema disciplinare

L’isolamento viene disposto come sanzione disciplinare generalmente per contrapposizioni tra ragazzi o in minor numero per aggressioni verbali nei confronti del personale. In questi casi viene subito attivato il consiglio di disciplina, ma si cerca comunque di farne un uso equilibrato. Qualora disposta la sanzione viene effettuata in una delle due stanze singole adibite a tale scopo nella palazzina dell’infermiera. Accanto alle due stanze ve ne sono altre due per lo svolgimento di periodi di isolamento per ragioni sanitarie.
Non viene utilizzata la giustizia riparativa per uso disciplinare perché i ragazzi non colgono il fine quale è la ricostruzione della relazione con la società.

Eventi critici

Gli eventi critici segnalati dall’istituto sono abbastanza sporadici.
La direzione racconta di come si sia registrato negli ultimi due anni un cambio di tipologia di utenza dell’IPM. Per un periodo di circa quattro/cinque anni l’istituto ha ospitato ragazzi con i quali era più difficile instaurare forme di dialogo e dare avvio a percorsi risocializzanti. Si trattava della cosiddetta generazione della “paranza”. Da circa un paio di anni questi ragazzi hanno lasciato l’istituto per fine pena o per essere trasferiti in istituti per adulti. Ora l’IPM ospita ragazzi in generale meno oppositivi alle offerte educative proposte.

Sanità

In istituto vi è un medico presente tutti i giorni per tre ore. Vi è poi un presidio infermieristico garantito tutti i giorni fino alle otto di sera, non sufficiente però secondo la direzione che ne auspicherebbe la presenza anche nelle ore notturne.
Non è previsto un monte ore fisso né per il servizio psicologico né per quello psichiatrico, entrambi forniti dalla ASL Napoli 1 su chiamata. Tuttavia nella prassi due psicologi sono presenti in istituto quasi tutti i giorni per 3 o 4 ore e uno psichiatra circa una volta alla settimana.
A detta della direzione la gestione del disagio psichico e psichiatrico risulta essere l’elemento più critico nella struttura. Risulta infatti complesso, da quanto esposto, avere una vera e propria diagnosi, costringendo quindi i ragazzi a restare nella struttura senza alcun tipo di diagnosi o a essere mandati in comunità non specializzate.
Altra problematica si riscontra nel riconoscimento delle dipendenze da parte del SerD. La totalità dei ragazzi sono poli-assuntori di sostanze stupefacenti (cannabis, eroina, cocaina) e sono stati registrati anche alcuni casi di dipendenza da gioco d’azzardo. L’istituto collabora con il SerD, ma non è tuttavia possibile prevedere con esso percorsi trattamentali in quanto assente l’accertamento e il riconoscimento della dipendenza. Per sopperire a tale carenza è stato attivato da due anni un progetto di ascolto con una comunità terapeutica.

Istruzione

Per quel che riguarda le attività scolastiche, tutti i ragazzi presenti vengono inseriti in un percorso scolastico. La scuola è per tutti obbligatoria almeno un’ora al giorno. Il titolo di studio viene conseguito da coloro che frequentano il primo livello didattico mentre chi partecipa ai corsi successivi riceve dei crediti formativi. Si sta attualmente tentando di attivare il triennio di istituto alberghiero al quale accedere dopo il completamento del primo biennio superiore.

Lavoro e formazione professionale

Attualmente sono quattro i ragazzi autorizzati ad attività lavorative all’esterno ex articolo 21 OP. Uno di questi lavora nell’ambito della ristorazione in un’azienda agricola del territorio. Gli altri tre la mattina seguono attività di formazione, mentre il pomeriggio sono impegnati in un laboratorio artigianale. La manutenzione del parco dell’isola di Nisida è la prima attività svolta dai ragazzi in articolo 21 prima di prender parte a percorsi professionali più strutturati. Ai ragazzi è offerta anche la possibilità di effettuare lezioni di scuola guida all’esterno dell’istituto.
Un ragazzo e una ragazza sono assunti part-time da una cooperativa e seguono la realizzazione di manufatti nel laboratorio di ceramica interno all’istituto. Un altro ragazzo lavora nel laboratorio di pasticceria dell’istituto grazie ad una borsa lavoro offerta da una cooperativa esterna .
Tutti i ragazzi sono inseriti in attività responsabilizzanti come ad esempio la manutenzione del verde. La partecipazione a tali attività consente ai ragazzi di guadagnare piccole somme (2-5€ oppure 8-10€ a seconda delle attività).
I corsi di formazione professionale finanziati dalla Regione Campania sono erogati in maniera discontinua, seguendo il corso delle legislature in carica. Le progettualità terminano infatti allo scadere del mandato e una volta insediata la nuova amministrazione possono trascorrere anche tra i due e i tre anni prima che vengano riattivati i nuovi finanziamenti. Al momento della visita i corsi professionalizzanti finanziati dalla Regione risultavano conclusi dal mese di settembre.
Altra problematica è la durata dei corsi, pari a circa 600 ore. L’eccessiva durata fa sì che molti ragazzi non riescano a terminare il corso e quindi ad ottenere la qualifica professionale.
Attualmente è previsto un corso di formazione in gestione alla diocesi dell’area di Pozzuoli sull’uso della tecnologia in ambito turistico che prevede una prima fase di formazione online. A tale corso prendono parte 5 ragazzi dell’IPM di Nisida.

Attività culturali, sportive e ricreative

Secondo quanto riportato dalla direzione, in generale l’IPM gode di un buon rapporto con il territorio nonostante la scarsa presenza di enti locali pubblici, in primis del Comune assente da più di vent’anni. La presenza della Regione Campania si traduce invece nell’erogazione dei corsi di formazione professionalizzanti non sempre continua nel tempo. La città è sicuramente la realtà più presente tramite fondazioni, cooperative e associazioni che gestiscono diverse attività quali ad esempio laboratori di pasticceria, di cucina, di lavorazione della ceramica e dei metalli.

Sono attivi due percorsi di mediazione penale e riflessione sul reato commesso. Nello specifico un percorso è incentrato sul riconoscimento della vittima del reato e sullo sviluppo di sentimenti di empatia nei suoi confronti. Gli incontri si svolgono grazie ad una psicologa di un’associazione e un’educatrice interna. L’altro percorso è invece specifico sull’agito violento e coinvolge pertanto ragazzi che sono ricorsi alla violenza in maniera ingiustificata nella commissione del reato.

Volontari

La presenza del volontariato a Nisida è cospicua. I volontari che operano all’interno dell’istituto lo fanno generalmente tramite associazioni e altri enti privati che svolgono con i ragazzi attività pomeridiane.

Contatti con l’esterno

Dopo periodi di sospensione dettati dall’emergenza sanitaria, i colloqui hanno ripreso a svolgersi in presenza. I colloqui sono attualmente previsti il giovedì pomeriggio e il sabato mattina con due familiari, su prenotazione. Per adesso i colloqui vengono svolti con il vetro divisorio e con pannelli trasparenti tra una postazione e l’altra.

Grazie alle modalità sperimentate nei mesi di lockdown l’istituto continua ad avvalersi dell’utilizzo di videochiamate sostitutive dei colloqui regolari. Anch’esse si effettuano due giorni alla settimana. L’introduzione delle videochiamate in istituto ha consentito ai ragazzi di mantenere rapporti con un maggior numero di persone, potendo scegliere di fare i colloqui con alcuni e le videochiamate con altri. L’istituto ha a tal fine attrezzato una stanza con dei computer, utilizzata anche all’occorrenza per celebrare processi a distanza.

Inoltre, in materia di contatti con l’esterno vige il meccanismo premiale: in relazione al reparto di appartenenza ci sono più o meno telefonate. Non sono previste visite prolungate così come previsto dal decreto legislativo 123 del 2018, ma c’è comunque una certa disponibilità ad autorizzare visite più lunghe qualora ve ne sia la necessità.

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