Istituto Penale per Minorenni di Treviso
Via Santa Bona, 5d – 31100 Treviso (TV)
Tel: 0422–432936
Fax: 0422–234979
Email: ipm.treviso.dgm@giustizia.it
Posta certificata: ipm.treviso.dgm@giustiziacert.it
Tipologia: Istituto maschile
Dislocazione: zona urbana
Tribunale per Minorenni e Ufficio di Sorveglianza di riferimento: Venezia
Ufficio Servizi Sociali Minorenni (USSM) di riferimento: Venezia
Nodi identificativi e problematici
L’IPM, che fa da riferimento per il territorio dell’intero Triveneto, vede attualmente presenti 13 ragazzi di età compresa tra i 14 e i 21 anni. La struttura, sita nelle immediate adiacenze della Casa Circondariale per adulti (pur essendo rispetto a questa del tutto autonoma), è di dimensioni ridotte e si compone di un’unica sezione detentiva sita al primo piano, la quale si sviluppa lungo un corridoio attorno al quale sono situate le camere. Queste (singole, doppie o triple), sono in condizioni piuttosto fatiscenti, come del resto l’intero istituto. Inoltre, la scarsa disponibilità di spazi rende molto difficile l’attuazione di attività lavorative, di fatto assenti all’interno del carcere, e impone talvolta il trasferimento di alcuni ragazzi in istituti molto lontani dal territorio di appartenenza per far fronte a dinamiche di sovraffollomento. L’edificio necessiterebbe di alcuni interventi di ristrutturazione e ammodernamento, i quali tuttavia non saranno intrapresi nel breve periodo in quanto è in prospettiva un possibile spostamento del minorile presso gli edifici dell’ex carcere di Rovigo.
L’istituto sembra aver ben risposto all’emergenza da Covid-19. La possibilità di svolgere colloqui a distanza ha rappresentato per alcuni un’opportunità per vedere con maggiore frequenza i propri cari, consentendo di scavalcare le difficoltà materiali e organizzative spesso affrontate dai familiari per raggiungere il carcere. Anche le attività, dopo una prima fase di sospensione coincidente con il periodo di lockdown, sono riprese a buon regime sin da maggio 2020: la didattica dello scorso anno scolastico si è infatti protratta fino ad agosto per recuperare le lezioni perse, mentre quella di quest’anno è al momento erogata in presenza date le condizioni di sicurezza garantite (in aula sono solitamente presenti l’insegnante e al massimo due studenti per volta).
Struttura
L’istituto si trova all’interno del centro urbano ed è facilmente raggiungibile con i mezzi (linee dell’autobus 6, 9, 11, 21, 55). La fermata si trova a 5 minuti a piedi dalla struttura.
L’Istituto penale per minori si trova nella stessa struttura che ospita la Casa Circondariale di Santa Bona, in un quartiere alla periferia di Treviso (la struttura fu realizzata intorno agli anni Quaranta). Un tempo l’area attualmente dedicata all’IPM era destinata alla reclusione dei detenuti politici per reati di terrorismo, successivamente riassegnata come sezione femminile del carcere di Treviso. Dal 1981 l’area viene dedicata all’istituto per i minori, rimanendo contigua alla struttura penitenziaria per adulti. La collocazione e la struttura dell’edificio, piuttosto vetusto, non permettono di rispettare alcuni criteri fissati per gli istituti per i minori: le recinzioni esterne, ad esempio, sono le stesse del carcere per adulti (quindi doppie) con alte reti metalliche e garitte.
Nonostante l’IPM sia attiguo alla Casa Circondariale, condividendo con questa alcuni servizi, gli spazi frequentati dai ragazzi detenuti sono divisi da quelli del carcere per adulti. I ragazzi del minorile entrano nelle aree della Casa Circondariale soltanto per usufruire del campo sportivo e di alcuni ambulatori specialistici.
L’IPM inoltre condivide la portineria con il Centro di Prima Accoglienza (CPA) che si trova al piano di sopra di quest’ultima. Il CPA, inaugurato a dicembre 2012, è un edificio ristrutturato di recente e separato dall’istituto: pur restando ubicato all’ingresso della struttura, ad esso si accede attraverso un percorso differenziato. Il CPA ha una capienza di otto posti letto e ospita sia maschi che femmine, registrando in media 1 o 2 ingressi a settimana. La permanenza al suo interno è prevista per un massimo di quattro giorni, durante i quali è il personale dell’IPM ad essere chiamato in servizio, sia per quanto riguarda gli educatori che gli addetti alla sicurezza.
Le camere di pernottamento all’interno del carcere sono 7, di cui 3 piccole e 4 grandi. In genere sono tutte abbastanza luminose e dotate di tv e acqua calda. Le celle piccole dispongono di letto, armadietti e un lavandino esterno al bagno. In uno stanzino separato, di circa 1 mq, vi è il tubo per doccia e una turca, che all’occorrenza può essere coperta con una grata metallica per farsi la doccia. Le celle grandi hanno due o tre letti singoli, un bagno leggermente più spazioso, con lavandino interno e impianto di aerazione; anche in queste celle la doccia è sopra alla turca. Ai detenuti è consentito personalizzare la cella con poster e oggetti. La coincidenza tra la doccia e la turca è un aspetto critico da un punto di vista strutturale. Solleva infatti degli interrogativi sia rispetto alle condizioni igienico-sanitarie, che alla gestione dei turni tra i detenuti per quanto riguarda l’uso del bagno.
Di fatto non vi è una cappella e nemmeno altri luoghi per il culto. Un altare mobile viene trasportato nella sala colloqui per le celebrazioni cristiane-cattoliche.
Il piano superiore della struttura è interamente dedicato alla sezione detentiva. Oltre alle celle vi sono: il box degli agenti, una lavanderia dotata di lavatrici e asciugatrici e le due sale comuni per le attività. Una sala funge da aula per i corsi scolastici, ha una capienza di circa dieci persone, qualche banco e un tavolo; la stanza è inoltre dotata di LIM (lavagna digitale). L’altra stanza è un’aula informatica, più piccola, dotata di pc e di una stampante 3D; in questo luogo principalmente si svolgono le attività della “Bottega grafica”.
Al piano terra vi è un lungo corridoio, ai lati varie stanze. Troviamo lo studio medico e all’interno di esso un piccolo studiolo che ospita, quando è presente in struttura, lo psicologo. Di fronte c’è la stanza degli educatori, una piccola sala dotata di pc. In questo piano è inoltre presente la sala da pranzo, comunicante con la cucina. I detenuti consumano i pasti provenienti dall’esterno, mentre gli altri operatori e gli agenti hanno a disposizione la cucina; quest’ultima viene usata anche per alcune attività educative. Di fronte alla sala da pranzo c’è la stanza degli agenti di Polizia Penitenziaria, con sedie e tavoli; in situazioni di carenza di spazi quest’ultima ospita anche i colloqui con i familiari. Sempre a lato del corridoio centrale si trova la sala colloqui vera e propria, con qualche tavolo e sedie. La stanza colloqui è piccola, con tavoli dotati delle schermature di plexiglass per far fronte al rischio di contagio riconducibile all’emergenza Covid-19. Infine, il box degli agenti, con i monitor per il controllo in videosorveglianza. In tutta la struttura non vi sono celle d’isolamento.
Vi è una piccola zona verde che fa da attraversamento tra l’edificio principale e una sala comune ricavata all’interno di un prefabbricato posto in giardino e usato come sala ricreativa e palestra. L’attrezzatura da palestra è limitata e non sempre accessibile al di fuori delle ore di educazione fisica in ambito scolastico (nel corso della nostra visita, infatti, gli strumenti erano riposti in una stanza chiusa a chiave). Nella sala c’è anche un ping-pong e le pareti sono decorate con murales fatti dai ragazzi detenuti.
Gli uffici dell’area amministrativa si trovano in un’altra struttura che affaccia su un cortiletto condiviso con la struttura del CPA e della sezione detentiva.
Detenuti
I ragazzi presenti al momento della visita sono 13, sei minorenni e sette maggiorenni. Cinque di questi sono definitivi (un solo minorenne). Il quadro complessivo della popolazione reclusa risulta essere comunque piuttosto variabile, essendo che il carcere registra 2-3 ingressi a settimana. La direttrice ci comunica di una generale trasformazione relativa ai profili socio-anagrafici dei ragazzi: la tendenza degli ultimi anni vede l’ingresso di una popolazione composta prevalentemente da ragazzi italiani, accusati o condannati per reati piuttosto efferati. Meno rilevante rispetto a qualche anno fa risulta essere la presenza di ragazzi in situazione di forte marginalità sociale ed economica: la direttrice riconduce questa dinamica ad un miglioramento dei servizi territoriali, ora in grado di intercettare e farsi carico di situazioni di questo tipo prima che si determini l’intervento della sfera penitenziaria.
In istituto, inoltre, l’età massima dei ragazzi è di 21 anni, in quanto di recente, attraverso un ordinamento applicativo, si è facilitato il passaggio dei detenuti con più di 21 anni all’istituto per adulti. Questa dinamica è verosimilmente riconducibile allo strutturale rischio di sovraffollamento al quale è esposta la struttura: a fronte di 12 posti disponibili, ad oggi i detenuti presenti sono 13.
Nel momento in cui si presentano situazioni di sovraffollamento il carcere si trova spesso nella necessità di disporre trasferimenti di ragazzi presso istituti spesso molto lontani dal territorio di appartenenza (prevalentemente al sud).
Staff
Nonostante l’edificio in cui è collocato l’IPM sia contiguo a quello della Casa Circondariale, due diverse amministrazioni regolano il lavoro all’interno dei due penitenziari. Gli operatori dei due istituti entrano in contatto solo in situazioni particolari o d’emergenza: è il caso del nucleo traduzioni del carcere adulti, il quale si mette a disposizione dell’istituto minorile per garantire gli spostamenti dei detenuti ad altri luoghi, come ad esempio per raggiungere un centro medico specialistico in caso di visita ambulatoriale. Anche alcuni ambulatori medici della Casa Circondariale, dotati di particolari strumentazioni, vengono messi a disposizione dell’IPM in caso di necessità. È comune tra i due istituti il presidio sanitario.
Vi è stato un recente avvicendamento alla direzione dell’istituto: la posizione di direttrice è ora ricoperta dalla dott.ssa Mariavittoria Fattori, precedentemente funzionario giuridico pedagogico presso il medesimo carcere. Questo passaggio di ruolo ha determinato un parziale sottodimensionamento del comparto giuridico pedagogico.
Il corpo di polizia penitenziaria è composto da una trentina di agenti, esclusivamente dedicati all’istituto.
Emergenza sanitaria Covid-19
Non si sono registrati casi di positività tra i detenuti dall’inizio della pandemia. Sin dall’inizio dell’emergenza è stato attivato un cordone sanitario: si è provveduto a fornire i ragazzi e il personale con DPI e si è decretato un periodo di stop all’ingresso di persone per una vasta serie di attività. Pian piano le maglie si sono poi allentate e le attività sono riprese, pur non essendo ancora tornate a pieno regime. Per i nuovi giunti è previsto un periodo di isolamento della durata di 10 giorni, preceduto e seguito dall’esecuzione di un tampone molecolare. Il personale, in data della visita, era quasi tutto vaccinato. Il programma vaccinale stava inoltre per essere avviato anche per i detenuti maggiorenni, per poi essere ulteriormente esteso ai ragazzi con più di 16 anni. Al momento della visita non erano invece in programma delle vaccinazioni per i minori di 16 anni (un solo ragazzo presente in istituto).
L’istituto sembra aver ben risposto all’emergenza da Covid-19. La possibilità di svolgere colloqui a distanza ha rappresentato per alcuni un’opportunità per vedere con maggiore frequenza i propri cari, consentendo di scavalcare le difficoltà materiali e organizzative spesso affrontate dai familiari per raggiungere il carcere. Anche le attività, dopo una prima fase di sospensione coincidente con il periodo di lockdown, sono riprese a buon regime sin da maggio: la didattica dello scorso anno scolastico si è infatti protratta fino ad agosto per recuperare le lezioni perse, mentre quella di quest’anno è al momento erogata in presenza date le condizioni di sicurezza garantite (in aula sono solitamente presenti l’insegnante e al massimo due studenti per volta).
Giornata tipo
La giornata tipo prevede, dopo la colazione, la partecipazione alle attività trattamentali indicativamente fino alle ore 12.
Dopo il pranzo, dalle ore 14 e fino alle 17.30 – 18.00 partecipazione alle attività trattamentali al termine delle quali è prevista la consumazione della cena.
Al termine del pasto serale vi è il rientro nelle camere di pernottamento.
Sistema disciplinare
Non sono presenti celle dedicate all’isolamento disciplinare. Qualora il provvedimento fosse adottato nei confronti di un detenuto, tale sanzione viene disposta nella camera di pernottamento ordinaria, configurandosi di fatto come un’esclusione da alcune attività in comune. Non ci è stato riportato alcun uso del trasferimento in chiave disciplinare: lo spostamento di alcuni ragazzi presso altri istituti pare essere tuttavia presente in casi di sovraffollamento, generando una forte discrasia rispetto al principio di territorialità della pena (essendo che spesso tale trasferimento è disposto presso istituti del sud Italia, molto lontani dal territorio di appartenenza).
I ragazzi si sono dimostrati da subito comprensivi e collaborativi nel rispettare le misure restrittive dovute all’emergenza sanitaria. Il buon lavoro di informazione ed educazione messo in atto dal comparto sanitario e dall’area pedagogica ha consentito una gestione non conflittuale, facendo sì che non si registrassero eventi di protesta.
Eventi critici
Il medico ci riferisce di una certa presenza di agiti autolesivi (tagli o ingestione di pile e lamette). Questi sono descritti come riconducibili a motivazioni di vario tipo, configurandosi come agiti per attirare l’attenzione, dimostrare coraggio, combattere la noia quotidiana. Molto rari i tentativi suicidari, anche questi descrittici come prevalentemente dimostrativi. Qualora fosse ritenuto concreto per un detenuto il rischio suicidario, viene predisposto un provvedimento di “grande sorveglianza”, per cui il ragazzo è costantemente osservato (per quanto con discrezione).
Nel periodo della crisi sanitaria non si è registrato alcun aumento di eventi critici, anche grazie alla premura degli operatori nello spiegare la situazione e nell’accompagnare i ragazzi nel farvi fronte.
Sanità
All’IPM è presente un’unità operativa della sanità penitenziaria che condivide molti professionisti con l’attigua casa circondariale. L’ambulatorio medico dell’IPM è attivo 3 ore al giorno per 6 giorni su 7, ed è dotato di defibrillatore, farmaci per le emergenze e attrezzatura standard per un ambulatorio di medicina di base. Oltre a medici e infermieri collaborano in convenzione ULSS con l’IPM anche due psicologi, e, su chiamata, un medico del Ser.D. e un odontoiatra.
Il personale medico e infermieristico è coinvolto nelle riunioni dell’equipe multidisciplinari dell’IPM che si svolgono circa ogni 15 giorni e che coinvolgono il personale educativo e sociosanitario.
All’interno della Casa Circondariale vi è la strumentazione per eseguire radiografie ed ecografie, che all’occorrenza viene utilizzata anche dai ragazzi ristretti presso l’IPM. Qualsiasi altro tipo di visita specialistica invece viene svolto all’esterno in regime di esenzione da ticket. Il Coordinatore sanitario sottolinea come, grazie al rapporto positivo instaurato con l’ULSS di riferimento, vi sia una corsia preferenziale per la prenotazione delle visite specialistiche che assicura tempi di attesa normalmente non superiori ai 10 giorni.
Viene utilizzata la cartella clinica digitale.
Il Coordinatore dell’area sanitaria evidenzia alcuni aspetti positivi avvenuti in seguito alla riforma della sanità penitenziaria, tra cui anche il coinvolgimento in tavoli di lavoro con l’ULSS.
Al momento dell’ingresso i nuovi giunti vengono sottoposti ad un’anamnesi e visita medica generale di routine (che include esami del sangue e screening luetico, tubercolare, per epatiti virali e HIV). Il drug test viene eseguito solo nel caso in cui il ragazzo dichiari di fare uso di droghe o sia stato arrestato per reati connessi all’uso e/o allo spaccio di sostanze stupefacenti. Inoltre, i nuovi giunti entro le prime 24 ore di permanenza in istituto vengono sottoposti ad un colloquio clinico di primo ingresso con uno psicologo per indagare l’eventuale ideazione suicidaria o condizione di fragilità psicologica. Inoltre, al fine di far fronte all’emergenza da Covid-19, per i nuovi giunti è previsto un periodo di isolamento della durata di 10 giorni, preceduto e seguito dall’esecuzione di un tampone molecolare.
In generale le problematiche più frequentemente rilevate al momento dell’ingresso sono una cattiva igiene orale, problematiche psicologiche (principalmente disturbi dell’attenzione e iperattività) e dipendenza da sostanze. Le malattie infettive risultano essere piuttosto rare.
La frequenza media dell’uso di sostanze stupefacenti tra i ragazzi che entrano in istituto è molto elevata se si include anche l’uso ricreativo, tuttavia i casi di vera e propria dipendenza da sostanze sono molti meno. In caso di diagnosi di alcool-tossicodipendenza, l’IPM stabilisce delle collaborazioni con il Ser.D, provvedendo eventualmente alla predisposizione di trattamenti appositi (anche con terapia sostitutiva di metadone o subuxone se necessario). Nei casi in cui la situazione di dipendenza non sia particolarmente grave, questa viene affrontata attraverso una serie di colloqui medici e psicologici e l’uso di antidolorifici comuni (buscofen).
Il comparto sanitario si è presto attivato in attività di informazione in merito alla pandemia da Covid-19 e ai rischi che questa pone, anche per far fronte alle preoccupazioni dei ragazzi circa la salute loro e dei loro familiari.
Gli operatori della sanità penitenziaria si impegnano, tramite colloqui personali, affissioni di consigli in bacheca e lezioni frontali, a fornire informazioni sulla prevenzione, affrontando ogni mese una tematica differente. Ad esempio, danni derivanti dall’uso di sostanze stupefacenti e fumo, dall’uso di mezzi di fortuna per la produzione di tatuaggi, da una carente igiene del cavo orale e della persona, sottolineando la necessità di una corretta attività fisica e alimentare.
Le problematiche psicologiche sono piuttosto frequenti. Le più comuni sono disturbi dell’attenzione, iperattività, dipendenza da sostanze e depressione correlata allo stato detentivo. Tali problematiche vengono gestite principalmente attraverso colloqui di sostegno psicologico o psichiatrico. Solo in caso di necessità vengono prescritti psicofarmaci e tranquillanti, nonostante ci sia stato riferito che questi siano molto richiesti dai ragazzi ristretti “per anestetizzare la loro condizione di ansia e depressione collegata all’esperienza detentiva”.
Istruzione
Riguardo ai corsi di istruzione, che a gennaio 2022 vedevano coinvolti 11 ragazzi su 13, sono attivi:
Corso di lingua italiana
Corsi di primo livello – primo periodo (ex terza media)
Corsi di primo livello – secondo periodo (biennio scuola superiore)
Corsi del triennio scuola superiore
Corsi di informatica e inglese
Corsi sulla sicurezza nei luoghi di lavoro
Corsi HACCP
Due giovani sono iscritti all’università.
Lavoro e formazione professionale
All’IPM di Treviso non è previsto che i ragazzi detenuti svolgano attività lavorative retribuite né all’interno né all’esterno dell’istituto. Di fatto accade che alcuni siano impegnati a turnazione in attività quali la pulizia delle scale, delle zone comuni, delle zone esterne etc. A seguito del loro “impegno” in questo genere di attività viene dato loro un rimborso forfettario.
L’unica attività inquadrabile come “lavorativa” presente in istituto è quella avente a che fare con il laboratorio di bottega grafica presente all’interno dell’istituto.
Attività culturali, sportive e ricreative
Non c’è nell’Istituto una biblioteca vera e propria, bensì una mediateca. Inoltre, nel corridoio sottostante la sezione detentiva sono messi a disposizione vari libri. Vi è un laboratorio informatico che dispone di alcuni pc e una stampante 3D; l’accesso è consentito solo durante le attività programmate. I ragazzi possono tenere con sé quotidianamente dei lettori mp3, questi ultimi privati della funzione di registrazione.
Relativamente alla gestione delle attività educative e formative, esse si svolgono in sale che si trovano all’interno della sezione e affiancano le celle.
È attualmente attiva una collaborazione con la UISP, un laboratorio di scrittura, un laboratorio audio-video, un laboratorio musicale e un corso di educazione cinofila. Le attività di mediazione culturale sono attive in istituto dal 1994.
Le attività coinvolgono generalmente tutti i detenuti in vari momenti dell’anno. In passato vi erano numerose attività offerte da gruppi di volontariato e associazioni, le quali hanno tuttavia subito un arresto a causa dell’emergenza Covid-19. Alcune di queste stanno riprendendo ma gli operatori ci comunicano che non sono ancora tornati a pieno regime.
Volontari
Ancora attivo il progetto “voci di dentro, voci di fuori”, che rende possibile un confronto tra studenti liberi e reclusi. Tuttavia, a causa dell’emergenza sanitaria, il progetto è attualmente sospeso. Similmente, anche le altre, numerose attività proposte solitamente dalle associazioni e dal volontariato cittadino sono al momento ferme o ridimensionate.
Contatti con l’esterno
Sono ripresi i colloqui in presenza tra ragazzi ristretti e familiari. Rimane comunque garantita la possibilità di svolgere videocolloqui, elemento che garantisce contatti più frequenti e consente di scavalcare i limiti derivanti dalla necessità di spostarsi da territori spesso distanti (altre aree del triveneto).
Comunicazione tra i ragazzi e l’istituzione
Il personale è sempre a disposizione dei ragazzi, i quali possono rivolgersi in maniera diretta agli operatori presenti. Lo scarso numero di detenuti consente un rapporto agevole, elemento che si nota in maniera particolare in riferimento al personale di sorveglianza e all’area educativa.
Il clima interno è piuttosto disteso, per quanto alcuni operatori ci abbiano riportato di una difficoltà nell’interfacciarsi con una popolazione detenuta mutata rispetto a quella di alcuni anni fa. Vi è stato infatti di recente un aumento di ragazzi detenuti per reati violenti, rispetto ai quali gli operatori faticano a trovare delle chiavi interpretative adeguate ed efficaci, pur ribadendo la necessità (da parte di un operatore) di non lasciarsi andare a facili interpretazioni patologizzanti.
Diritti religiosi
All’interno dell’istituto non sono presenti luoghi di culto dedicati.
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Keep it Trill. Il sesto rapporto di Antigone sugli istituti penali per i minorenni