Comunità gestite dall’impresa sociale Crescere Insieme

Nome della struttura: Comunità Educativa di Via Giosuè Carducci 32

Ente gestore: Crescere Insieme Impresa Sociale

Tipologia: Cooperativa educativa maschile

Indirizzo: Via Giosuè Carducci, 32, 67100 L’Aquila (AQ)

Sito web: https://www.crescereinsieme.aq.it/ 

Mail: crescereinsiemeaq@gmail.com

Telefono: Tel: 328 34 22 632 – 320 30 41 461

Struttura 

Crescere Insieme è un’impresa sociale nata nel 2016 che gestisce 2 strutture; una in in cui vengono accolti ragazzi adolescenti e minori stranieri non accompagnati (Comunità educativa di Via Giosuè Carducci 32) e l’altra struttura in cui vengono ospitate ragazze e i nuclei madre bambino (Comunità di Via Amiternum 7). La Comunità di Via Giosuè Carducci 32 è un appartamento sito al 4° piano di un edificio ed è composto da 6 camere, 4 bagni (di cui uno accessibile a persone con disabilità), una zona giorno con cucina annessa, un ufficio con bagno del personale e 3 balconi sui quali si affacciano le stanze dell’appartamento. 

Personale

Lo staff di Crescere insieme è composto da un’unica équipe educativa che opera presso entrambe le strutture a rotazione ed è composta da un responsabile che svolge il ruolo di coordinamento, una psicologa interna, un’assistente sociale, 7 educatori e gli operatori notturni. Per quanto concerne i mediatori, questi non integrano stabilmente l’équipe, ma vengono attivate collaborazioni in base alle necessità. Il loro supporto risulta fondamentale soprattutto al momento dell’ingresso del ragazzo in comunità, ai fini di facilitare la comprensione dei principali aspetti della legislazione italiana, ma anche il funzionamento della comunità. 

Ospiti 

Ai fini del Rapporto Minori di Antigone, la Comunità che interessa maggiormente è quella che accoglie ragazzi in età adolescenziale (dai 14 ai 17 anni e neomaggiorenni). Nonostante la Comunità disponga dell’autorizzazione ministeriale per accogliere soggetti minorenni provenienti dal circuito penale, l’esperienza con questo tipo di utenza è ancora limitata. Secondo quanto riferito fino ad ora è stato accolto solamente un ragazzo in misura cautelare che ha svolto un  percorso molto positivo. Sebbene si siano ricevute, soprattutto in passato, alcune richieste dal circuito penale, si accettano casi di questo tipo solamente dopo un’attenta valutazione. Al momento dell’intervista (novembre 2023) erano presenti 12 ospiti tutti provenienti dal circuito civile e dell’accoglienza. 

Il tempo di permanenza medio degli ospiti, la maggior parte dei quali ha tra i 16 e i 17 anni, è di circa un anno. Il tempo, invece, si allunga nel caso dei minori stranieri non accompagnati che solitamente entrano in comunità a 14 anni e vi rimangono fino al raggiungimento della maggiore età. 

Regolamento interno 

E’ presente un regolamento che comprende i principi che ispirano l’impresa sociale e la normativa interna da applicarsi presso le 2 strutture. Secondo la mission dell’impresa sociale il sistema punitivo non è mai efficace; a quest’ultimo sono preferiti interventi educativi, il dialogo ed i colloqui con gli operatori della comunità. Si tratta di un approccio senza dubbio più impegnativo, ma preferibile anche in termini di efficacia nel lungo periodo. 

Scuola,  lavoro ed altre attività

Per ogni ospite viene predisposto un progetto educativo individualizzato (PEI), con degli obiettivi specifici identificati in base al pregresso del ragazzo, ma anche tenendo conto delle sue attitudini e delle sue passioni. 

Dell’apprendimento della lingua italiana si occupano 2 educatrici dell’équipe in collaborazione con il centro provinciale di istruzione per adulti (CPIA); altri ragazzi, invece, frequentano percorsi scolastici esterni (scuole medie e scuola superiore). Gli sforzi dell’équipe della comunità sono tesi a preparare i ragazzi al processo di sgancio dalla struttura, attraverso l’aiuto nella preparazione del cv, il supporto mirato all’inserimento progressivo nel mondo del lavoro e l’inclusione sociale. Inoltre, la comunità collabora con un’ampia rete di associazioni radicate sul territorio in grado di coinvolgere i ragazzi in varie attività, fra cui il volontariato con persone diversamente abili ed un percorso calcistico popolare (United L’Aquila) che unisce residenti, studenti e ragazzi inseriti in comunità. Per la definizione delle attività sportive in cui includere il ragazzo si cerca sempre di partire dalle preferenze di quest’ultimo. Recentemente ai ragazzi è stata offerta la possibilità di partecipare a corsi di rugby e di pattinaggio. 

Al momento dell’intervista 2 ragazzi frequentano istituti professionali, mentre altri 2 in passato avevano preso parte a corsi di formazione professionale attivati dalla Regione Abruzzo. Alcuni ragazzi stanno svolgendo tirocini formativi. Purtroppo, però, non sempre vi sono corsi professionalizzanti disponibili sul territorio; spesso, inoltre, per parteciparvi, vengono richiesti attestati qualificativi di cui i ragazzi non dispongono. 

Relazioni con l’esterno

E’ l’assistente sociale della comunità che si occupa della gestione dei rapporti dei ragazzi con la famiglia, la quale segnala che spesso i colloqui devono essere fatti sotto forma di incontri protetti, data la complessità di certe situazioni. Allo stesso modo, anche le telefonate, soprattutto durante il primo periodo, vengono monitorate, in base alle disposizioni del Tribunale. Rispetto ai minori stranieri non accompagnati, si cerca di mantenere almeno i contatti telefonici con i membri della famiglia che non si trovano in Italia, oppure si cerca di rintracciare eventuali parenti presenti sul territorio italiano. 

Bisogni specifici dell’utenza e difficoltà

Sebbene alcuni ragazzi necessitino di supporto psicologico, il numero dei ragazzi che presentano disagio psichico è piuttosto ridotto. Al momento dell’intervista, inoltre, non vi era nessun ragazzo che faceva uso di sostanze. Circa il rapporto con i servizi territoriali, viene riferita una buona collaborazione con l’ASL di riferimento, in particolar modo, con i servizi di neuropsichiatria infantile.  La principale difficoltà che viene riportata riguarda la brevità dei percorsi che possono essere intrapresi dai ragazzi, gran parte dei quali entrano in comunità poco prima di raggiungere la maggiore età. In questo senso, a volte mancano il tempo e gli strumenti affinché il ragazzo riesca a intraprendere un percorso di indipendenza.