Comunità La Fattoria

Ente gestore: Cooperativa Libellula

Tipologia: Comunità  educativa maschile

Indirizzo: Via Vicinale Paduligne snc, Specchia, Lecce, 73040

Sito web: https://www.libellulacoop.com/comunita-educative/la-fattoria/

Email: educativa@libellulacoop.it 

Telefono: 347 2274248 – 349 1058693

Struttura

La comunità educativa La Fattoria è gestita dalla cooperativa Libellula. Si tratta di una comunità a progetto vincolato, specializzata nell’accoglienza di minori e giovani adulti affetti da disagio psichico. La comunità lavora con i CGM di tutta Italia. Le liste d’attesa per potervi accedere sono molto lunghe, sia perché le richieste sono molte, sia perché i percorsi intrapresi dagli ospiti presso la comunità generalmente hanno una durata che si estende nel tempo. 

La Comunità è attiva dal 2013. Il fabbricato sorge in una zona urbanizzata di Specchia, più precisamente nel Borgo Sant’Eufemia. Si sviluppa su due livelli, il piano seminterrato, con accessi diretti dal piazzale interno ed il piano rialzato accessibile a mezzo rampa di scale esterna ed una rampa per disabili. Il piano seminterrato si compone di un deposito alimenti accessibile da una scala interna. Al piano rialzato trovano posto complessivamente 8 ampie stanze destinate a cucina, soggiorno/pranzo (adibito anche a sala riunioni e attività di gruppo e individuali), 5 camere da letto per gli utenti, la stanza per l’operatore, oltre ai servizi igienici per il personale e per gli utenti. Gli spazi esterni sono costituiti da un portico e un ampio giardino che circonda tutta l’abitazione.

Personale

Gli operatori sono molti, tanto che il rapporto operatore/ospite è quasi 1 a 1. Nello specifico, l’équipe multidisciplinare è composta da OSS, ausiliari sanitari, educatori sanitari, educatori sociali ed una psicologa che è presente in comunità per 38 ore a settimana. Inoltre, a chiamata, intervengono anche lo neuropsichiatra e lo psichiatra.

Ospiti

La comunità può accogliere fino a 10 minori, in preadolescenza e adolescenza, per i quali è stato predisposto l’allontanamento dalle famiglie d’origine su indicazione del Tribunale per i Minorenni; può accogliere anche giovani ragazzi che vivono situazioni di disagio e devianza e che sono di autori di reato, ai quali è stato prescritto dal Tribunale dei Minorenni il collocamento in comunità.

Negli anni si è registrato un transito alto presso la comunità. Alcuni ragazzi rimangono in comunità per periodi lunghi (anche 3 anni) altri, invece, per un tempo più breve poiché il collocamento in Comunità risponde ad un provvedimento di custodia cautelare. 

Su 10 ospiti, quasi sempre 8 o 9 ragazzi provengono dall’area penale; ciononostante, anche i ragazzi che arrivano dal circuito civile, spesso poi entrano anche in quello penale, in quanto spesso si tratta di soggetti minori che presentano un disturbo antisociale della personalità o comunque problematiche psichiatriche o psicologiche. 

Alcuni ragazzi vengono inseriti in comunità essendogli stata imposta una misura cautelare e spesso vi rimangono anche in quanto destinatari di MAP (messa alla prova). Sono state numerose le prese in carico di ragazzi autori di omicidi, sia intra che extra familiari. In questi casi la permanenza in comunità è di circa 3 anni. Davanti a percorsi così lunghi l’obiettivo è quello di cercare di inserire in maniera progressiva un contesto d’uscita nel territorio (dato che spesso le famiglie sono lontane), basato su un percorso lavorativo esterno alla comunità. 

Rispetto all’utenza straniera, alla luce dei bisogni specifici di quest’ultima e del fatto che la comunità è preparata per ospitare minori e giovani adulti con disagio psichico, viene accolto al massimo un ragazzo straniero per gruppo. 

Regolamento interno

Il vademecum del CGM ed il regolamento interno della comunità dettano le linee guida per il sistema disciplinare. In caso di infrazione commessa dall’ospite (ad esempio, allontanamento dalla struttura o consumo di sostanze) è necessario avvisare immediatamente il Tribunale competente che può disporre la misura dell’aggravamento in IPM, la quale viene applicata di frequente. 

In caso di infrazioni minori la situazione viene gestita internamente in base alle caratteristiche specifiche del ragazzo coinvolto. Prima di decidere sulla punizione interviene un’attenta valutazione da parte dell’équipe multidisciplinare, nella convinzione che dietro gran parte dei casi di infrazione del regolamento da parte dei ragazzi si celi sempre un malessere che deve essere anzitutto compreso, prima che punito. 

Rispetto alle regole interne alla struttura non vengono fatte differenze tra ragazzi provenienti dal circuito penale e coloro che provengono da quello civile. Sussiste il divieto di utilizzare il cellulare per tutti gli ospiti della comunità. Si tratta di una misura molto utile, perché permette di interrompere i contatti con il territorio che spesso hanno influito nella commissione del reato. 

Scuola, lavoro e altre attività

I minori in età scolare, che rientrano, pertanto, nella fascia d’età per cui è previsto l’obbligo scolastico, sono regolarmente iscritti agli istituti ritenuti idonei, in base alle loro esigenze e a quelle della comunità stessa, previa consultazione con i servizi invianti. Vi è una docente che collabora con la comunità che si incarica della preparazione parentale, laddove il minore non possa andare a scuola per problematiche legate al territorio. All’inizio, generalmente, anche se viene richiesto dal Tribunale l’adempimento scolastico, si cerca di garantirlo in forma protetta, attraverso la preparazione parentale, soprattutto per i ragazzi che fanno uso di sostanze. 

Gli utenti per cui non è previsto l’obbligo scolastico e non desiderano continuare gli studi solitamente vengono coinvolti in corsi di formazione professionale o, comunque, in attività che esaltino le loro inclinazioni personali. Ulteriore obiettivo del percorso comunitario consiste nel predisporre l’inserimento nell’ambito lavorativo, nell’intento di rendere emancipato e indipendente il minore. I ragazzi hanno anche la possibilità di prendere parte ad attività esterne alla comunità, sebbene vengano comunque sempre accompagnati dagli operatori. Tra le attività sono presenti il laboratorio agricolo (che si svolge nella fascia oraria mattutina), l’attività di bricolage, il laboratorio di falegnameria e quello di artigianato. 

Sono attive collaborazioni con enti del territorio, tra cui Legambiente, associazioni teatrali ed altre associazioni presso le quali i ragazzi possono svolgere attività di volontariato, spesso vincolate ad un percorso di messa alla prova. 

L’iscrizione ai corsi professionali viene determinata in base alle attitudini dei ragazzi, come del resto accade con l’iscrizione a scuola. I corsi di formazione professionale attualmente attivi sono il corso per diventare barman e altri corsi vincolati al settore della ristorazione. La cooperativa dispone, inoltre, di un ente di formazione interna che risulta estremamente utile ai fini di ampliare l’offerta formativa destinata ai ragazzi. 

Sanità

L’uso di sostanze da parte dei ragazzi rappresenta un problema ricorrente. Molti inserimenti in comunità sono determinanti proprio da tale ragione. Attualmente i ragazzi fanno uso soprattutto di cocaina e cannabinoidi, ma a volte anche di eroina. Solitamente se il ragazzo arriva in comunità dopo un periodo di reclusione in IPM, ha già superato la fase più critica. A volte viene inserito qualche farmaco che aiuti il ragazzo a superare l’astinenza (soprattutto ansiolitici). I ragazzi che presentano problematiche legate al consumo vengono seguiti dai SerD, a cui accedono settimanalmente bisettimanalmente, a seconda di quanto stabilito dal Tribunale.

Spesso i tempi di attesa dei servizi territoriali sono lunghissimi e ciò rappresenta un grave problema. Nel caso in cui sia necessario programmare una visita urgente presso un ente privato, se la famiglia non può farsene carico, interviene la cooperativa.  Davanti a situazioni esplosive è successo che gli operatori abbiano dovuto ricorrere al servizio di emergenza a cui poi è seguito un ricovero ospedaliero. Tuttavia, generalmente lo staff della Comunità è  pronti alla gestione delle emergenze, visto che si tratta di  un personale altamente specializzato.

Relazioni con l’esterno

I ragazzi hanno a disposizione 2 videochiamate a settimana di circa 15 minuti ciascuna ed un colloquio settimanale in presenza previa autorizzazione dell’USSM e del Tribunale. Inizialmente i colloqui si svolgono presso la comunità poichè vengono monitorati dall’educatore, soprattutto laddove sussistano problematiche particolari con la famiglia. Successivamente, vengono stabiliti colloqui all’esterno, sul territorio, senza la presenza di un operatore della comunità, il quale solitamente rimane nei pressi del luogo dell’incontro, in modo tale da poter intervenire in caso di necessità. 

Secondo l’approccio della comunità La Fattoria è prioritario il coinvolgimento dei familiari nel percorso dei ragazzi. Nel caso in cui il percorso del ragazzo evolva positivamente vengono predisposti i rientri in famiglia che consistono all’inizio in un pernotto per poi passare alla permanenza durante l’intera giornata. Le difficoltà maggiori si scatenano proprio in questi momenti, durante i quali si cerca di reinserire il ragazzo nell’ambiente di origine; al contrario, solitamente, il processo di adattamento in comunità avviene in maniera abbastanza tranquilla.

Difficoltà

La difficoltà maggiore rilevata dai responsabili della comunità è il mancato intervento della Magistratura davanti a situazioni problematiche dei ragazzi. Non sempre i provvedimenti necessari vengono presi nell’immediatezza da parte del Tribunale, determinando, di conseguenza, un senso di impunità dei ragazzi.