Comunità In-Patto

Tipologia:comunità educativa residenziale maschile
Regione: Emilia-Romagna
Dislocazione: extra -urbana

Contatti

Via Salvo d’Acquisto 1, 45014, Porto Viro (RO)
Coordinatrice: dottoressa Anna Agathea
Mail: equipeinpatto@titoliminori.com 

Struttura

La comunità In-Patto è una comunità educativa per minori gestita dalla Cooperativa Sociale onlus Titoli Minori, attualmente coordinata dalla Dott.ssa Anna Agathea. Si tratta di una villetta indipendente a due piani con giardino, raggiungibile in auto o con i mezzi pubblici fino a Rovigo.

Ospiti

Nella struttura possono essere ospitati otto ragazzi, al massimo dieci in caso di flussi migratori abbondanti. Attualmente sono effettivamente presenti nella struttura nove ragazzi tutti maschi, di cui sette stranieri (uno in custodia cautelare e sei minori non accompagnati), e due italiani in messa alla prova. Gli ospiti in linea di massima hanno dai 14 ai 18 anni con la possibilità di proseguire il percorso in comunità fino ai 21 anni.
Nella comunità entrano ragazzi provenienti dal circuito penale o in misura cautelare, in questo caso la comunità contribuisce alla stesura del progetto di messa alla prova, oppure fanno ingresso direttamente in messa alla prova.
La permanenza dei minori dipende dal tipo di misura e dal motivo del loro inserimento. Il caso di messa alla prova più duraturo nella comunità è durato quasi due anni. Viene riscontrato invece, che nei casi di minori non accompagnati può succedere che questi facciano ingresso per un giorno per poi scappare immediatamente.

L’inserimento nella struttura per i ragazzi con provvedimenti civili è lento: l’equipe legge la relazione, incontra il ragazzo e decide la data di accoglienza. Per i minori non accompagnati, questi vengono prima inseriti e poi gli vengono assegnati gli assistenti sociali.
La convivenza tra ragazzi provenienti dal penale e ragazzi del civile, per chi gestisce la comunità, risulta positiva in quanto permette all’utenza di parlare di argomenti diversi e molto intensi. I ragazzi del penale e i minori non accompagnati hanno tutti passati difficili e tutti riescono a dialogare. 

Staff

La squadra educativa è composta da un coordinatore, cinque educatori e due operatori notturni. Sono parte della squadra anche i volontari del servizio civile e collaborano con la comunità anche i tiromancino.

Disciplina

All’interno della struttura esiste un regolamento disciplinare ufficiale per gli ospiti che descrive ciò che è permesso e ciò che non è permesso, gli orari e le normative (anche penali). Il regolamento esiste anche in formato ridotto e viene sottoposto agli ospiti al momento del loro ingresso.
Nel caso di infrazioni semplici, generalmente l‘equipe tende a dialogare e a scegliere un’attività di riparazione. Se l’infrazione è grave, a volte a livello legale, viene fatta una segnalazione agli enti invianti. Con questi la comunità valuta la dimissione o una punizione. 

Attività

Nella comunità vengono proposte delle attività e dei laboratori sulla base delle attitudini dei ragazzi. All’interno della struttura c’è una piccola palestra in cui possono praticare sport. Tra le attività viene attivato un laboratorio di artigianato per restaurare mobili che vengono poi donati alla comunità, un laboratorio di murales, uno di giardinaggio e di cura dell’orto. Inoltre, i ragazzi aiutano nella restaurazione e nella gestione della struttura (ridipingere le pareti, sistemare le cassette degli attrezzi ecc.).

Rapporti con l’esterno

La Comunità Educativa per minori ha costruito nel corso degli anni una rete di collaborazioni con associazioni sportive e ricreative di volontariato in grado di offrire ai propri utenti una vasta gamma di proposte ludico-educative. Il legame con la società esterna è risultato a lungo complesso, da una parte per lo stigma legato alla comunità, dall’altro per il frequente ricambio degli ospiti che rende più difficile instaurare rapporti con i ragazzi. Nonostante le difficoltà riscontrate, i salesiani per esempio hanno aperto il loro oratorio ai ragazzi che li aiutano a tenere in ordine lo spazio, permettendogli di partecipare alle attività che l’oratorio offre. Inoltre, da un anno è nata una collaborazione con l’ente chiamato “Parco archeologico Le Dune” dove svolgono attività di tutela e cura di una zona boschiva cui i ragazzi hanno partecipato a seguito di una breve formazione fornita dall’ente stesso. Infine, la struttura ha una collaborazione con la Comunità Missionaria Ville Reggia per fare attività di raccolta e logistica di vestiti, beni alimentari e farmaci.
I ragazzi all’esterno della comunità svolgono attività attinenti al loro percorso: alcuni svolgono attività di animazione nei centri estivi; ai ragazzi in messa alla prova viene permesso di uscire per frequentare le proprie amicizie. Le uscite sono permesse ma con dei limiti orari. I pranzi e le cene si svolgono nelle comunità e i ragazzi devono seguire le attività proposte. In alcuni casi si può concordare una giornata intera all’esterno. Al ritorno da queste gite la comunità svolge dei test del THC a campione.
Per quanto riguarda gli incontri con le famiglie, i ragazzi sottoposti a misure cautelari hanno diritto a fare due o tre telefonate alla settimana controllate dagli operatori. Per ragazzi in messa alla prova invece i contatti telefonici sono liberi. Tutto dipende dal tipo di reato ma in genere si fa una chiamata alla settimana.
Arrivati in prossimità della conclusione del percorso, si organizzano delle giornate di rientro nel proprio tessuto sociale e familiare per rendere il riavvicinamento meno traumatico possibile sia per la famiglia che per il ragazzo. 

Scuola, formazione professionale e lavoro

Nella comunità viene garantita la possibilità di continuare gli studi: gli stranieri non accompagnati frequentano da subito la scuola di italiano e poi in base all’età vengono inseriti dalla scuola media.
Per i ragazzi che non frequentano la scuola solitamente vengono organizzati dei tirocini che si svolgono dopo un colloquio conoscitivo con il ragazzo. Prima del tirocinio generalmente svolgono attività riparative come quelle di volontariato o presso associazioni e cooperative sociali.
Per i ragazzi che manifestano problemi relazionali, si organizzano delle attività naturalistiche o con gli animali (lavori socialmente utili). Tra gli ospiti della comunità attualmente vi è un ragazzo che in procinto di intraprendere un’attività con il maneggio. I tirocini sono extracurriculari quindi c’è un riconoscimento economico. 

Nel caso in cui i ragazzi percepiscono denaro, questo viene direttamente inoltrato al conto corrente della famiglia perché secondo il regolamento della struttura gli ospiti non possono possedere denaro. Viene comunque prevista una sorta di paghetta di 15 euro la settimana che devono guadagnarsi rispettando le regole della comunità e facendo dei piccoli servizi domestici nella struttura. Se i ragazzi svolgono dei lavori straordinari, come la sistemazione del giardino di una scuola del territorio, possono ottenere dei soldi in più. Nel giro di un anno, i minori possono accumulare (tra il lavoro e le paghette) dei soldi per cominciare la loro vita all’esterno.

Sanità 

Nella comunità si svolge medicina preventiva in maniera informale, secondo le esigenze che si riscontrano, se ne discute a cena o durante un film.
I ragazzi hanno un medico unico di famiglia per scelta della comunità. Per i minori non accompagnati la gestione, da quanto riportato, è più difficile perché sono sprovvisti di documenti. Generalmente per le visite specialistiche la comunità prende tutto a carico, esattamente come per le emergenze. Invece, gli interventi sul lungo termine li prende in carico la famiglia. Gli occhiali, per esempio, possono essere presi a carica dalla comunità ma spesso è la famiglia stessa a volersene occupare. Durante la crisi sanitaria, la comunità non ha avuto molti trattamenti preferenziali. La comunità non ha avuto screening e gli ingressi dei ragazzi avvenivano sempre dopo l’esito negativo del tampone. Solo quando il CGM inviava dei minori con urgenza, il tampone veniva fatto in seguito all’entrata del ragazzo in comunità, grazie ad un accordo con l’ASL. 

Covid 19 

La comunità durante la pandemia si è organizzata con tablet e portatili per la didattica a distanza, garantendo la continuità dei percorsi scolastici. Tra gli ospiti solo un ragazzo con una barriera linguistica importante e uno con difficoltà di apprendimento non sono riusciti a seguire.
Attualmente tutte le attività sono regolarmente riprese nella struttura.